“Motori e sapori”

Testata: La Prealpina.

GAZZADA SCHIANNO – Torna domani la rassegna “Motori e sapori”, il memorial dedicato a Michele Alboreto. È la decima edizione dell’evento organizzato dal “Club Clay Regazzoni”. Nel vecchio borgo di Gazzada sono in esposizione auto di F1, F3 Sport, prototipi, veicoli d’epoca con tante Ferrari, Lamborghini, Osella, Porche, Lotus. I fondi raccolti saranno destinati alla ricerca medica.

 

 

 

 

Il 1° Gran Premio di Niguarda

Testata: superando.it.

Auto d?epoca Ferrari e Maserati, da ammirare e ?provare? assieme ai piloti, un progetto di scuola piloti rivolto a persone para e tetraplegiche e il docufilm ?A dieci anni dalla scomparsa di Clay?: sarà questo e anche altro il ?1° Gran Premio di Niguarda?, bella manifestazione in programma per il 16 giugno presso la struttura ospedaliera Niguarda di Milano, che ricorderà innanzitutto il grande pilota di Formula Uno Clay Regazzoni a dieci anni dalla sua scomparsa

Una bella manifestazione è in programma per il pomeriggio di venerdì 16 giugno (ore 14.30), presso la struttura ospedaliera Niguarda di Milano. Si tratta del 1°Gran Premio di Niguarda, che intende innanzitutto ricordare il grande pilota di Formula Uno Clay Regazzoni a dieci anni dalla sua scomparsa

«Dopo l?incidente che lo rese paraplegico nel 1980 ? spiegano dalla Cooperativa Spazio Vita Niguarda ? Regazzoni si dedicò con passione alla solidarietà, fondando l?Associazione Aiutiamo la Paraplegia ? Fans Club Clay Regazzoni, che negli anni ha fornito un prezioso e costante sostegno a numerose strutture, tra cui l?Unità Spinale Unipolare di Niguarda, centro medico di eccellenza per la cura e la riabilitazione delle persone con lesione al midollo spinale. Dopo la scomparsa del campione svizzero, avvenuta nel 2006, la famiglia Regazzoni continua a sostenere le attività di raccolta fondi del Club Clay Regazzoni, ma non solo: essa, infatti, sensibilizza anche molti ragazzi delle scuole con le attività organizzate presso il Clay Regazzoni Memorial Room a Lugano».

La giornata del 16 giugno, dunque, si aprirà con l?arrivo di alcune splendide auto d?epoca Ferrari e Maserati al Niguarda, dove si potranno ammirare da vicino e anche ?provare? a fianco dei piloti, in una sfilata per i viali dell?Ospedale.

Successivamente, presso il Centro Spazio Vita Niguarda, un giovane pilota di kart con disabilità Mattia Cattapan, ex paziente dell?Unità Spinale, illustrerà il suo progetto Scuola Piloti, per la realizzazione di una scuola dedicata a persone para-tetraplegiche, prima della proiezione del docufilm A dieci anni dalla scomparsa di Clay, alla presenza della famiglia Regazzoni e dei responsabili del Club.

Da ultimo,ma non certo ultimo, «l?occasione sarà utile ? come viene ricordato ? per siglare un gemellaggio tra il Club Clay Regazzoni, l?Unità Spinale di Niguarda e Spazio Vita Niguarda, con l?intento di collaborare ancora più strettamente nei prossimi anni, per garantire ai numerosi e importanti progetti di cura, riabilitazione e reinserimento sociale delle persone para-tetraplegiche il sostegno economico necessario. In tal senso non va mai dimenticato che dalla raccolta fondi dell?AUS (Associazione Unità Spinale) Niguarda è nato nel 2015 il Centro Spazio Vita Niguarda, nuova struttura in cui opera l?omonima Cooperativa, che offre una rete integrata di servizi di supporto, in particolare nel complesso percorso di rientro al domicilio dopo il periodo di degenza: azioni di raccordo con il territorio, sostegno psicologico, segretariato sociale, mutuo aiuto e consulenza alla pari, orientamento scolastico e lavorativo, formazione professionale, laboratori artistici e iniziative di aggregazione». (S.B.)

 

 

 

 

Il prete che ama il rombo dei motori. «La mia passione aiuta il prossimo»

Testata: Il Cittadino.

L’INTERVISTA. DON GIGI AVANTI

LUIGI ALBERTINI

Un prete, una passione per i motori, un museo della Formula Uno. Il prete è don LuigiAvanti (per gli amici, don Gigi e basta): lui ha scelto la vita sacerdotale, che svolge con totale dedizione, ma nel “tempo libero” coltiva una forte simpatia per il rombante motorismo, quello per intenderci da pista agonistica. Il museo è quello aperto nel salone al primo piano della chiesa di Cadilana, frazione di Corte Palasio, di cui don Gigi è parroco. Classe 1945 (è nato il 10 dicembre a Lodi Vecchio), don Gigi venne ordinato sacerdote il 28 giugno 1969 dal vescovo del tempo monsignor Tarcisio Vincenzo Benedetti. Collaboratore parrocchiale a Salerano sul Lambro dall’ottobre1969, quindi a Mulazzano dal luglio1975 (dove ha conosciuto Giacomo Tansini, suo grande amico, fondatore e presidente onorario del Club Clay Regazzoni al quale il museo è dedicato), a Graffignana dal 1983,quindi il salto alle piene responsabilità come parroco a Gradella dall’agosto1988, infine parroco a Cadilana dal 1994, ora anche titolare della parrocchia di Abbadia Cerreto.

Don Gigi, come spiega questa sua passione per il grande motorismo?

«Nulla di particolare: è un hobby come tanti altri ed il fatto di essere prete non hamai proibito di avere qualche passione. fermo restando che la mia prima missione rimane quella di sacerdote. Potrei aggiungere che i motori mi sono sempre piaciuti, sin da ragazzo, specie nei risvolti sportivi ed agonistici Una passione che in anni giovanili non ho mai potuto abbinare ad una vettura capace di regalarmi emozioni per la semplice ragione che non avevo i soldi per acquistarla: la mia prima automobile è stata una semplicissima Fiat 500. Nel 1970, le svelo un mio segreto, mi venne offerta la possibilità di accedere ad una Mini 850, che al tempo era una forza della natura in fatto di motore: è stata la mia grande conquista personale. Una passione che comunque mi ha portato a presiedere una associazione “onlus” che predica la solidarietà, un valore primario nella dottrina della fede, nella fattispecie per coloro che sono costretti a vivere sulla carrozzella,vale a dire i paraplegici».

Lei si riferisce ovviamente al ClubClay Regazzoni…

«Appunto. Presiedo l’associazione dal 2009 ed opero al fianco del fondatore GiacomoTansini, che è presidente onorario ed autentica anima buona della solidarietà».

Ma l’attività per assecondare la voglia di grande motorismo come si è sviluppata?

«Quando ero parroco a Gradella ho incontrato Ivo Misani, purtroppo poi defunto prematuramente: lui faceva l’orafo a Milano,ma abitava a Rivoltad’Adda ed aveva uno studiolo anche a Gradella. Ci siamo confidati la reciproca passione per i motori ed abbiamo cominciato a pensare in grande. Ricordo che facevamo scorte di magliette sportive, di adesivi delle grandi case motoristiche, spille celebrative e quant’altro faceva pensare all’automobilismo sportivo. Siamo persino riusciti a venire in possesso di un bolide di Formula Uno della Scuderia Italia, già pilotata, pensi, da Alboreto e Badoer. Lei mi dirà:ma cosa ne facevate di un bolide? Semplice, lo si esponeva nelle rassegne per la raccolta di fondi da destinare alla solidarietà»

Tanto è vero che, una volta assunta la carica di parroco di Cadilana, la frazione ha cominciato a diventare una “capitale” del motorismo…

«Non è il caso di farla così grossa: diciamo che abbiamo iniziato con la famosa rassegna di vetturesportive a fine aprile, con l’aggiunta della partecipazione di piloti esperti che si sono sempre resi disponibili per “scorrazzare” in brevi tragitti i visitatori a seguito di una loro piccola offerta. Questo spiega come siamo riusciti a raccogliere mezzi per la solidarietà. Dal 1996, se non ricordo male, abbiamo abbinato anche le auto storiche facendo nascere un vero e proprio raduno di vetture importanti abbinandoci al Club Clay Regazzoni e dalle sue finalità. Lui, il grande Clay, è stato naturalmentenostro ospite: Cadilana era diventata casa sua. Ricordo che ad una edizione vi partecitò dopo che aveva finito un rally con la Ferrari Daytona: fu un anno memorabile».

Con Clay Regazzoni lei aveva instaurato lei aveva instaurato un rapporto di grande amicizia…

«Grande ed indimenticabile: era un personaggio di enorme umanità ed io volentieri mi sono messo a servizio della causa, quella della lotta contro la paraplegia, che lui ha voluto avviare tramite il club fondato con GiacomoTansini. Un uomo vero, del quale potrei raccontare mille aneddoti. Ricordo che nel 2003 lo portai a Graffignana, dove ero stato come collaboratore parrocchiale prima di diventare parroco a Gradella. Venne con noi in quella circostanza anche Granellini, il famoso ciclista che, dopo un terribile incidente in gara, vive pure lui in condizioni di paraplegico: l’incontro,memorabile, l’abbiamo tenuto nella palestra del plesso scolastico. Cley lo conobbi per la prima volta di persona ad una cena a Comazzo organizzata da Tansini: in quella occasionemi confessò di avere fatto da bambino il chierichetto, confessandomi che amava bere il vino che il suo parroco usava per la messa. Sì, posso dire che tra me e Clay c’è sempre stata grande stima reciproca e devo dire che fondamentalmente lui era un credente».

La sua perdita è stata avvertita in maniera profonda da quanti amano il grande automobilismo.

«Può dirlo forte: in suo ricordo abbiamo intitolato ufficialmente il museo qui a Cadilana. La cerimonia è avvenuta il 26 novembre 2016, presenti Minardi, nome prestigioso del grande motorismo, il tecnico della Ferrari ingegner Tredozzi ed una fila di personaggi. Regazzoni era un mito: accanto alla sua straordinaria umanità, amava davvero lo sport ed in particolare si batteva come un leone per combattere la paraplegia. Davvero una coraggiosa battaglia la sua, che noi ci sentiamo di portare avanti con fede e dedizione. Anche la sua famiglia ci è sempre molto vicina, nonostante risieda in Svizzera, la patria di Clay».

Lei, don Gigi, viene chiamato il “prete dei piloti”…

«Non nego di conoscere molte delle piste in cui avvengono le gare di automobilismo e di motociclismo. Così come non nego di conoscere moltissimi piloti e personaggi del variegato mondo dei motori. Posso farle qualche nome: Ivan Capelli, già pilota di Formula Uno ed ora commentatore televisivo. E poi i vari Montermini, Zanardi (altro paraplegico), Papise Bobbi (che è stato mondiale di Gran Turismo). Le cito anche il defunto Umberto Masetti: pensi che,alla sua scomparsa, lo vestirono con una tuta da pilota di motociclismo con stampato anche lo stemma del Club Regazzoni. Tra i piloti defunti ricordo pure il povero Alboreto. Ho conosciuto Giacomelli e il grande Giancarlo Minardi, personaggio principe del “ranking” automobilistico mondiale, con il quale persiste una cordialissima amicizia. Le cito anche il codognese Michele Bartyan e potrei continuare fino a domani, ma basta così. Molti di costoro sono stati coinvolt iconpiacere e disponibilità nella causa del Club Clay Regazzoni e questo,mi creda,è davvero appagante»

Veniamo almuseo di Cadilana…

«Fresco di restauro per interessamento esplicito della famiglia del pilota, è dedicato a ClayRegazzoni per la causa della paraplegia,mediante l’associazione onlus omonima.  C’è un bel sottotitolo, raffigurato con il viso di Clay: dice “E la corsa continua…”, lui, Regazzoni, con la tuta da corridore, il berretto e quei suoi inconfondibili baffi, sorridente e lieto, come a dire “dateci una mano per farci considerare cittadini normali”. Il museo è diretto da un consiglio da me presieduto, con Giacomo Tansini fondatore presidente onorario, Luciano Codazzi vice presidente, Giovanni Secchi tesoriere e poi i consiglieri Fabrizio Bellani, Guido Bertoli, Giorgio Identici, Gian Carlo Minardi (si,proprio lui), Costanza Brocheri, segreteria con Francesca Codazzi e Alberto Maletti».

Vogliamo dire cosa contiene, tra l’altro, ilmuseo?

«Intanto, al centro il famoso bolide di Formula Uno straordinariamente affascinante ed accattivante. Poi ci sono parecchi modellini di vetture agonistiche,diversi trofei, una serie corposa di tute originali da pilota offerte da campioni, ma anche una bella serie di caschi di gara, tra cui quelli di Regazzoni, Niky Lauda, Ivan Capelli e altri. Insomma, il museo merita il tempo di una bella visita per via della sua assoluta originalità e curiosità. Per accedervi consiglio di contattarmi personalmente al cellulare numero 338.3421021: sono eternamente disponibile, salvo ovviamente quando assolvo gli impegni parrocchiali o sto dicendo messa. Le visite sono possibili per gruppi di appassionati e per scolaresche».

Ripetiamo le finalità del museo e della associazione?.

«Raccogliere fondi da destinare in beneficenza per la ricerca scientifica a favore dei paraplegici, far conoscere i problemi legati alla paraplegia, rendere possibilel’utilizzo di terapie, protesi ed ogni altro ritrovato scientifico utile al miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei pazienti paraplegici. La raccoltadi fondi, lo ricordo, avviene tramite le nostra campagna tesseramento (quindi a tutti è possibile diventare nostri soci), manifestazioni ufficiali, partecipazione ad eventi sociali, donazioni, ma anche contributo del 5×1000.

Don Gigi, la passione è sempre grande…

«Assolutamente sì. Mi sento ancora carico di entusiasmo, giusto come la mia fede religiosa: contento e felice di fare il prete, ma anche di dedicarmi, mediante una passione assolutamente normale, a chi ha bisogno di aiuto»

 

A Cadilama il raduno delle “due ruote” storiche

Testata: Il Cittadino.

Almeno una trentina di mezzi, esclusivamente due ruote,motorini emoto, hanno percorso ieri pomeriggio la strada provinciale, nel tratto compreso tra Cadilana e Abbadia Cerreto. Un’iniziativa organizzata dal Club Castellotti Lodi, in collaborazione con il Vespa Club Lodi, grazie all’ospitalità offerta da don Luigi Avanti nel cortile dell’oratorio di Cadilana di cui è parroco, insieme ad Abbadia. «Siamo un club di auto storichema tra i nostri iscritti ci sonomoltimotociclisti, quindi abbiamo organizzato questamanifestazione appositamente per loro – ha spiegato Vittorio Acervi del Castellotti Club Lodi e centauro da 26 anni -. Tra imotori più pregiati iscritti alla corsa, una Guzzi del 1931 e una Vespa 125 omologata per la essere utilizzata su strade francesi».All’arrivo ad Abbadia il parroco don Avanti, che ha preceduto le due ruote in automobile, ha impartito la benedizione ai mezzi, poi il ritorno in oratorio per una merenda con tutti gli iscritti e le premiazioni volute daAcerbi: «Ho messo a disposizione alcune delle coppe che ho collezionato nella vita per premiare, ad esempio, il guidatore più giovane, quello più anziano o la migliore guidatrice. Abbiamo inventato alcune categorie per consegnare nove trofei». Un modo simpatico per fare festa insieme. I motociclisti che hanno partecipato alla manifestazione hanno versato una quota di 10euro di iscrizione che verranno in parte devoluti alla parrocchia, come ringraziamento per l’accoglienza e per contribuire alle attività dell’oratorio. Don Avanti è da sempre appassionato di motori, è vice presidente del Club Castellotti Lodi e presidente del Club Clay Regazzoni. Angelika Ratzinger

 

Domenica spazio anche alle due ruote: Cadilana ospiterà una “moto merenda”

Testata: Il Cittadino.

Cadilana terra di motori. Da 21 anni l’Oratorio San Luigi ospita la mostra di auto sportive, ma questa volta ha deciso di dedicarsi anche alle due ruote ospitando la “MotoMerenda 2017” del Club Eugenio Castellotti di Lodi. Nel pomeriggio di domenica la piccola frazione di Corte Palasio sarà pacificamente invasa da motociclette d’epoca e moderne, che si ritroveranno per una gita in compagnia. Il ritrovo è fissato per le 14 all’OratorioSan Luigi di Cadilana e alle 15 lo sciame dimoto partirà alla volta dell’Abbazia Benedettina di Abbadia Cerreto. «Siamo molto contenti di ospitare questa bella iniziativa – il commento di don Luigi Avanti, parroco di Cadilana che da sempre coltiva una grande passione per i motori -, le nostre porte sono sempre aperte quando ci sono eventi di questo tipo. Protagonista sarà il nostro bel territorio e l’Abbazia. Sono presidente onorario del Club Clay Regazzoni, ma sono anche vice presidente del Club Castellotti di Lodi. Adesso non ho più la moto,ma quando ero giovane avevo una Vespa GS: a due o quattro ruote i motori sono sempre i motori e la passione è la stessa». Il rientro a Cadilana è previsto per le 16, mezz’ora più tardi ci sarà una merenda per tutti. L’iscrizione all’evento ha un costo di 10 euro amoto (da consegnare domenica sul posto), e dovrà essere comunicata entro venerdì presso i recapiti del Club Castellotti oppure a VittorioAcerbi (037168367). In caso di maltempo l’evento sarà rimandato a domenica 4 giugno.

 

Clay Regazzoni, un cuore grande

Testata: PaviaFree.

Scritto da Paola Montonati.

In chiesa ti accorgi che è diverso, sull’altare c’è un casco.

Oggi sono andata a Corte Palasio, Cadilana, vicino a Lodi, dove per la 21esima volta il Club Clay Regazzoni Onlus tiene il suo raduno.

Clay Regazzoni, il guascone della formula 1, con i suoi baffi e il suo sorriso accattivante l’ho conosciuto già paraplegico, l’incidente è avvenuto nel 1980, eppure ancora pieno di voglia di fare, d’iniziative, di manifestazioni per aiutare gli altri.

L’associazione che porta il suo nome, voluta da lui stesso e continuata dalla sua famiglia, si occupa di sostenere la ricerca per la cura delle fratture della colonna vertebrale.

Non deve essere stato facile per lui, abituato a vivere alla massima velocità, restare seduto su una carrozzella, anche se in realtà lui seduto non ci stava, guidava, insegnava a farlo, continuava a vivere.

E così oggi ho deciso di partecipare a questa Messa, a questo raduno di amici.

La cosa che più mi ha colpito è stata quando il celebrante alla fine dl rito ha detto” Saluto Clay ed Eugenio e tutti i nostri amici piloti” Ho dovuto pensarci un attimo Eugenio ….certo Castellotti, che se n’è andato a correre fra le nuvole sessant’anni fa, nel 1957.

Certo perché i piloti sono nostri amici, magari non parlano italiano, magari non corrono per la Ferrari, ma sono nostri amici.

Abbiamo tifato per le loro imprese, ci siamo emozionati per le vittorie, abbiamo tremato increduli davanti agli incidenti più rocamboleschi.

Alcuni se ne sono andati così… veloci sulle loro auto da sogno….

E non c’era giorno più giusto per celebrare questi ragazzi, il 30 aprile del 1994 ci lasciò Ratzenberger e il 1 maggio Ayrton.

Certo quel giorno di 23 anni fa, quando Senna andò sul luogo dove Ratzenberger aveva avuto l’incidente, non pensava che si sarebbero rivisti il giorno dopo.

La lista è purtroppo molto lunga, da Gilles ad Alboreto, ad Ascari, a Petterson….tempi diversi, ma stessa passione, stessa voglia di correre.

La vita dei piloti è una corsa a 300 Km l’ora, forse parte del loro fascino è in quel rischio, in quel sogno di velocità che li avvolge.

Ciao Clay, baffo sorridente, è stato un piacere ricordarti oggi.

 

Solidarietà, a Cadilana ecco i “bolidi”

Testata: Il Cittadino.

Quando le automobili sportive fanno rima con la solidarietà, scendono in campo gli appassionati del Club Regazzoni, che anche quest’anno con l’oratorio di Cadilana e il club Castellotti ha reso possibile il consueto raduno per raccogliere fondi per la ricerca sulla frattura della colonna vertebrale.

Decine di automobili fiammanti hanno affollato il cortile dell’oratorio ieri mattina:dalle elegantissime Porsche 356 alle Ferrari, dalle antiche Lancia alla nuovissima Maserati Quattroporte, arrivata direttamente dalla casamadre, che ogni anno sostiene questa iniziativa benefica giunta alla sua 21esima edizione.

Tra le chicche, l’Alfa Romeo 1300 Gta preparata da Balduzzi, una berlina sportiva del 1968, la cui storia è fatta di vittorie e incidenti, di abbandono, di rinascita e, ad oggi, di nuove discese rombanti in pista.

Ieri mattina non è mancato il suo primo pilota,Alberto Ponni,che ha conquistato con lei la prima coppa, e dopo decenni è stato protagonista del suo restauro. In occasione del raduno, è stato inaugurato il rinnovato museo Clay Regazzoni,nei locali dell’oratorio. «Lo scopo del nostro club è la beneficenza– ha spiegato il fondatore e presidente onorario Giacomo Tansini -. Pertanto, devolviamo tutti i nostri ricavi e non abbiamo fondi. Il restauro è stato finanziato totalmente dalla famiglia di Clay, che ringraziamo moltissimo».

Don Luigi Avanti, parroco di Cadilana, ha sottolineato l’impegno benefico dell’evento: «La gente non viene per fare un giro o per sfoggiare l’automobile,ma perché condivide questo ideale di solidarietà. È importante sottolineare la presenza del club Castellotti, e il sostegno della Maserati, che anche quest’anno ci ha mandato uno dei suoi bolidi». Alvaro Corrù, presidente del Castellotti,ha invece ribadito l’impegno del club: «Siamo sempre presenti quando si tratta di eventi benefici».

Federico Gaudenzi

 

Le supercar sposano la solidarietà

Testata: Il Cittadino.

Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e altri bolidi sportivi faranno la gioia degli appassionati: un ricordo speciale sarà dedicato ad Eugenio Castellotti

ALDO NEGRI

Ventuno anni dimotori, di passione e di solidarietà. È un appuntamento ormai imperdibile nella primavera lodigiana, uno di quegli eventi diventato imprescindibile per gli appassionati di bolidi rombanti del territorio. Domenica a Cadilana si terrà la 21ª Mostra di Auto Sportive, organizzata dall’Oratorio San Luigi e dal Club Clay Regazzoni. Presso la piccola frazione alle porte di Corte Palasio sfileranno vetture scintillanti di ogni marca emodello, con qualche chicca per l’evenienza. «Siamo pronti per l’ennesima edizione di questo bellissimo evento – spiega il parroco di Cadilana don Luigi Avanti, vero e proprio “motore” dell’iniziativa -. Abbiamo lavorato sodo per riuscire a offrire un bello spettacolo e le premesse ci sono tutte».

Fitto il calendario della giornata: si comincerà alle 10.30 con la Santa Messa celebrata a suffragio di amici, sostenitori e piloti scomparsi: «Quest’anno in particolare ricorderemo Eugenio Castellotti – sottolinea il parroco, che è presidente del Club Clay Regazzoni e vice del Club Castellotti Lodi -, che ci lasciò nel marzo di 60 anni fa. Sarà presente la famiglia di Clay Regazzoni, che tra l’altro quest’anno ci ha fatto un regalo speciale». Già, perché presso l’oratorio di Cadilana è presente un vero e proprio museo dedicato al pilota di Formula 1 scomparso nel 2006: «Grazie all’aiuto dei familiari il museo ha subito una vera e propria ristrutturazione. Sarà visitabile durante l’evento, al suo interno c’è anche una vettura di Formula 1: è un vero e proprio gioiellino che custodiamo gelosamente».

Domenica nel cortile dell’oratorio le vetture sportive cominceranno ad arrivare verso le 11.30: «La Maserati, che ènostro sostenitore ufficiale, come ogni anno invierà una vettura apposita per esposizione. L’anno scorso fu la Ghibli, quest’anno invece dovremmo avere una quattro porte. Arriveranno poi tanti privati con le loro vetture: Ferrari, Alfa Romeo e via dicendo». E come ogni anno ci sarà la possibilità di effettuare un giro a bordo (lato passeggero) delle “supercar”: «Grazie alla disponibilità e alla generosità di qualche privato sarà possibile salire a bordo delle vetture per un breve giro in zona, ovviamente a fianco del conducente. Tutto il ricavato sarà donato alla ricerca sulla frattura della colonna vertebrale»

Attorno alle 16 una delegazione di vetture farà capolino a Lodi in piazza San Francesco: «Per un saluto agli amici del Club Castellotti. L’evento si chiuderà attorno alle 18 con le premiazioni».

UNA “CHICCA“ D’ANTAN
OSPITE D’ONORE L’ALFA GIULIA GTA DEL LODIGIANO SANTINO BALDUZZI

E ci sarà una vera e propria “chicca” per gli appassionati delle auto d’antan, e anche per la storia dell’automobilismo lodigiano. In mezzo a carrozzerie scintillanti ultimo modello, domenica ci sarà anche una vettura del tutto particolare. Don Luigi Avanti ha già avuto la conferma che il legittimo proprietario la porterà a Cadilana per l’esposizione: si tratta della prima Alfa Romeo Giulia Gta elaborata dall’Officina Balduzzi di Lodi. Rossa con il muso giallo, farà bella mostra nel cortile dell’Oratorio San Luigi: «Una vera e propria rarità – commenta don Avanti, da sempre grande appassionato di motori e automobilismo -, ma ad essere particolarmente affascinante è la storia di questa macchina. Per anni si sono perse le sue tracce, era finita in un paese dell’Est vandalizzata. Un addetto ai lavori l’ha ritrovata per puro caso: è stata restaurata, rimessa a nuovo, anche con i suggerimenti sapienti di Santino Balduzzi. E domenica sarà qui da noi in esposizione». Una bella sorpresa per tutti gli appassionati, nonché per i numerosi sostenitori di Santino Balduzzi le cui preparazioni alle auto del “Biscione” davano del filo da torcere a quelle ufficiali di Settimo Milanese: «Presumibilmente la vettura arriverà presto in mattinata e starà con noi per tutta la giornata. Un evento unico, verrà la pena di venire a trovarci per vedere qusta Alfa Giulia Gta, e al tempo stesso per fare della beneficienza, che non fa mai male».

 

 

Il Club Regazzoni rilancia la sfida

Testata: Il Cittadino.

Il promotore Giacomo Tansini rinnova l’impegno per la lotta alla paraplegia: in 24 anni raccolti 800mila euro

LUIGI ALBERTINI

Poco più di dieci anni or sono, per l’esattezza il 15dicembre2006, Clay Regazzoni,un mito dell’automobilismo agonistico, moriva in un incidente stradale. L’evento lasciò traccia anche per tutto quello che il noto pilota rappresentava nella lotta contro la paraplegia. La sua condizione di paraplegico, sopportata da alcuni anni inseguito ad un guaio patito nel corso di un “grand prix” di Formula Uno, lo aveva indotto ad intraprendere una coraggiosa campagna a tutela delle persone costrette a vivere sulla carrozzella. Regazzoni trovò in Giacomo Tansini e nel manipolo di appassionati lodigiani del grande motorismo il supporto necessario per dare vita al famoso Club Clay Regazzoni contro la Paraplegia. Dieci anni sono trascorsi da quel triste evento e la percezione che Tansini, paullese verace e cittadino del mondo nella battaglia per le cause sociali ed umanitarie,manifesta a tutti coloro che gli chiedono informazioni è che quell’impegno stia languendo nell’anonimato.

Allora, Tansini, val proprio la pena di dire che bisogna sgomitare per non dimenticare…

«Condivido in pieno la sua battuta. Il 15 dicembre 2006 è una data che mi è impossibile dimenticare. Come non riuscirò mai a cancellare dalla mia memoria il 2 luglio 1994, data di nascita del Club Clay Regazzoni: quel giorno io ed il grande Clay ufficializzavamo la fondazione del sodalizio che porta il suo nome, dopo che da un bel po’ di tempo c’era tra noi assidua frequentazione per mettere a punto una strategia, peraltro tra opinioni, passioni ed anche divergenze. Personalmente venivo dalla esperienza con un ente molto affermato, vale a dire il Ferrari Club Maranello che frequentavo assiduamente, quasi ad ogni fine settimana, da collaudato pendolare. Quel Ferrari Club era il massimo negli anni Ottanta per chi amava la Formula Uno: contava più di duemila sostenitori ».

E Regazzoni vi prendeva parte?

«Infatti era lì, proprio a Maranello, che spesso mi incontravo con Clay. La notizia della sua morte mi arrivò diritta allo stomaco come un poderoso montante alla Rocky Marciano, un colpo fortissimo: io fui il primo a venirlo a sapere da una giornalista che viaggiava con vettura a parte dietro della sua e quindi aveva assistito in presa diretta all’incidente mortale. Mi disse che lo aveva riconosciuto anche per via dell’adesivo del Club Clay Regazzoni che portava stampato sulla giacca. Per più di mezz’ora non riuscii ad aprire bocca. Ma, come direbbe Vasco Rossi, siamo ancora qui a combattere la sua battaglia».

Dieci anni sono trascorsi da quel terribile giorno…

«La prima battuta che mi viene in mente è questa:mai e poi mai, io e don Gigi Avanti, che ha condiviso la nostra avventura, abbiamo pensato di abbandonare la missione a sostegno della ricerca sulla paraplegia, vale a dire la frattura della colonna vertebrale. Eravamo e siamo consapevoli che, venendo a mancare colui che, oltre ad averci dato fiducia, aveva messo in campo il proprio prestigio, ci imponeva il sacrosanto dovere di andare avanti con immutato vigore. Noi gli eravamo amici per la comune causa solidale, dovevamo noi continuare a gestire la sua immensa immagine. Confesso che a volte il percorso si presentava per noi piuttosto duro: lui aveva carattere forte e grandi capacità decisionali, quindi la sua assenza si faceva sentire: la nostra “Via Crucis” è sicuramente servita a rinsaldare le nostre convinzioni nel ricordo della sua grande passione».

Tansini, dopo quella tragedia cosa è successo in pratica?

«Nel gennaio del 2007 ci siamo trovati con la famiglia Regazzoni al completo qui a Cadilana: c’era la signora Maria Pia, consorte di Clay, la figlia Alessia ed il figlio Gianmaria, insieme al team manager Giancarlo Minardi, nostro fervente sostenitore che da quel giorno entrò a far parte del consiglio direttivo del “Regazzoni”, poi il consigliere Luigi Cancelliere, economo, oltre che tra i soci fondatori del club nel 1994, l’attuale vicepresidente Luciano Codazzi ed ovviamente don Gigi Avanti. Proprio in occasione di quello storico incontro abbiamo avuto il piacere di ricevere il loro benestare nel contribuire a continuare l’attività del sodalizio. Ancora oggi la famiglia Regazzoni ci aiuta in tutto, grazie anche alla trasparenza del nostro lavoro associativo ed alla fiducia che siamo riusciti a trasmettere a tutti i componenti. Nella medesima riunione si decise che il sottoscritto GiacomoTansini assumesse la carica di presidente onorario, impegno che era stato svolto da Clay Regazzoni, e che il nuovo presidente effettivo fosse don Gigi Avanti, parroco di Cadilana»

Quindi il rapporto fiduciario con la famiglia Regazzoni non è mai venuto meno…

«Assolutamente mai. Le dirò di più: recentemente la famiglia Regazzoni ci ha promesso che provvederà a restaurare la nostra sede sociale qui a Cadilana, dove abbiamo anche un bel museo. Nei tre anni successivi alla scomparsa di Clay, siamo riusciti a tenere bene nella raccolta dei fondi per combattere la paraplegia,ma purtroppo è seguita una parabola discendente e ben presto ci siamo accorti che alcuni sostenitori tesserati si andavano defilando: noi contavamo circa 1.250 aderenti, con raccolte che si aggiravano sui 18.500 euro. Ora i sostenitori tesserati sono all’incirca 400, alcune aziende che ci sostenevano con dei materiali si sono pian piano eclissate. Ci è parso di capire che con Clay in vita quelle aziende non potevano dire di no nella lotta alla paraplegia, una volta scomparso lui l’interesse per la causa dei paraplegici è andato scemando. Per altro alcune importanti aziende ci sono rimaste vicine come la Ferrari di Maranello, la Maserati, Domo Designer, Fondmetal, Cuoio Schedoni Modena, Gruppo Media ed altri .

Però lei, Tansini, ci diceva che ad un certo punto avete dovuto saltare il famoso annuale GrandPrix della Solidarietà nel corso del quale distribuite agli istituti di ricerca sulla paraplegia ciò che avevate raccolto durante l’anno…

«Vero, è successo nel 2010: è successo perché avevamo raccolto pochissimo, circa 14mila euro, buona parte dei quali donati dalla famiglia Regazzoni. Noi eravamo abituati a distribuire dai 40 ai 50 mila euro all’anno suddivisi all’Unità Spinale dell’Ospedale di Niguarda,Centro Riabilitativo di Curno e Centro di Montecatone. Si era preferito, in accordo con la famiglia Regazzoni, rimandare all’anno seguente,vale a dire al 2011, la ripartizione dei contributi. Confesso che questa decisione non è piaciuta a noi, né tanto meno alla stessa famiglia Regazzoni, la quale,per la verità, si è impegnata ad aiutarci ulteriormente promuovendo in Svizzera ulteriori raccolte di fondi. Glielo dico col cuore: per noi è importante, benché tra mille difficoltà, continuare per non dimenticare gli sforzi che ha fatto il grande Clay da vivo».

Ora come siete messi?

«Da qualche anno ci siamo posizionati su una raccolta annua che oscilla fra i 30 e i 40 mila euro ed ogni fine novembre promuoviamo il Grand Prix della Solidarietà con la partecipazione di appassionati del grande motorismo. Ad ogni edizione ci sono sempre fiordi campioni che, nel ricordo di Clay,presenziano e portano il loro contributo come “testimonial”. Se mi permette vorrei esternare la gratitudine del club nei confronti del duraturo impegno del presidente don Gigi Avanti, del vice Luciano Codazzi, di Alberto Maletti, Giorgio Identici, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, lo stesso Giancarlo Minardi, più altri due preziosi collaboratori, vale adire l’amico Giuseppe Belloni e il nostro trasportatore Franco Girardi. In questi 24 annidivitadel sodalizio,mi creda, tutti abbiamo sempre dato il massimo, anche perché da Clay Regazzoni abbiamo imparato un bellissimo principio: “È meglio arrossire prima e non diventare pallidi dopo”».

Certo che in tutti questi annidi fondi alla lotta contro la paraplegia ne avete stanziati parecchi… «

La nostra iniziativa sportiva con fini solidaristici ci ha concesso di raccogliere e donare quasi 800mila euro. Ora è iniziata la nostra ventiquattresima stagione e stiamo distribuendo le tessere 2017: chi vuole sostenere la ricerca versando la quota di 15 euro può farlo tramite il conto corrente IT 40Z087 9433 04000000515801, Banca di Credito Cooperativo di Corte Palasio, sito info@clubclayregazzoni.it».

Qualche anticipazione sulle attività promozionali del 2017?

«Volentieri. Il 22 aprile saremo per la prima volta al 1° Grand Prix Cà Granda all’Ospedale di Niguarda, con la collaborazione del locale reparto uro-paraplegico: ospiteremo vetture da strada Ferrari e Maserati, ma anche un bolide di Formula Uno. Poi avremo il 30 aprile la storica giornata di Cadilana, da non perdere assolutamente da parte di chi vuole provare un bel brivido su una vettura di grande nome (tra gli “autisti” ci sarà anche don Gigi Avanti),mentre a giugno saremo a Varese con il Ferrari Club Travedona. Altri appuntamenti stanno maturando per concludere all’ultimo sabato di novembre con il Grand Prix della Solidarietà. Eternamente nel nome del grande Clay Regazzoni ».

 

 

 

Dieci anni senza Clay Regazzoni

Testata: Quattroruote.

Ricordo di un campione

Schietto e sincero, disponibile, ma anche pronto a fare polemica all’occasione. Basetta folta e baffo malandrino, a cornice di un sorriso che raramente mancava sulla sua bocca. Sono queste le immagini di Clay Regazzoni che ci portiamo dentro. Nitide, ancora oggi, nonostante siano già passati dieci anni da quella giornata in cui – mentre guidava, in autostrada – un malore ha fermato per sempre la sua lunga corsa. E solo quello, in effetti, poteva riuscire a bloccare il suo impetuoso essere. Qualcosa che non era riuscito neanche al botto di Long Beach, che pur lo aveva costretto a vivere su una sedia a rotelle. Un mix di generosità e talento, diventati oggi un ricordo nei cuori di tanti appassionati.

Gli inizi. Gian Claudio Regazzoni è per tutti, semplicemente, Clay. Inizia a correre in età piuttosto avanzata rispetto a gran parte dei suoi colleghi dell’epoca, partecipando alle prime gare quando di anni ne ha 24. In Formula 3 conosce Luciano Pederzani, patron della Tecno, con cui inizia la sua scalata verso la Formula 1, dove lega il proprio destino a quello della Ferrari. Di lui, il Drake scriveva: “Viveur danseur e pilota a tempo perso”, proprio per la sua immensa passione per la vita fuori dalle piste. Tanto veloce e tenace in pista, quanto ironico e piacevole fuori dall’abitacolo. Conquista la prima vittoria in una delle edizioni più folli del Gran Premio d’Italia, quella del 1970, a Monza. Una vittoria che, con la tuta rossa addosso, lo fa entrare di diritto nel cuore dei tifosi del Cavallino. Nel frattempo resta con un piede in Formula 2, dove, con la Tecno, si porta a casa il titolo continentale del ’70.

Anni difficili. La Ferrari 312 B2 non è competitiva come si sperava e le soddisfazioni della stagione ’72 sono magre. Per fortuna, Clay appaga la sua voglia di vittoria correndo con le vetture Sport di Maranello, che dominano il Mondiale Marche. Dopo una parentesi alla BRM nel ’73, Regazzoni torna a correre in F.1 con la Ferrari, giocandosi la più grande chance della propria carriera: il Mondiale si decide all’ultima gara e Clay paga un’improvvisa, quanto strana perdita di competitività della sua Rossa che gli fa perdere il titolo, a favore del brasiliano Fittipaldi. Vorrebbe riprovarci l’anno successivo, ma deve fare i conti con l’ingombrante compagno di squadra – Niki Lauda – che proprio lui, qualche anno prima, aveva raccomandato al Commendatore. L’ultimo acuto con il Cavallino Rampante arriva nell’ormai celebre mondiale del ’76, al Gran Premio di Usa Ovest. Il rapporto con la Ferrari, però, è sempre più incrinato e Clay decide di lasciare l’Italia, passando prima alla Ensign e poi alla Shadow, per due stagioni  da dimenticare. Nel ’79 si accorda con la Williams, alla quale regala la prima vittoria in Formula 1 (il GP d’Inghilterra), ricevendo poi un trattamento discutibile: lasciato a piedi da Sir Frank, deve tornare alla Ensign.

Una carriera stroncata. Nel 1980, la corsa di Regazzoni si interrompe al cinquantunesimo giro del GP Usa-Ovest, a Long Beach: il pedale del freno della sua Ensign si rompe, lasciandolo in balia di un missile lanciato a 250 km/h orari verso una pila di gomme, dove la sua vettura si incaglia dopo un gran botto. Un impatto terribile, che fa perdere a Clay l’uso delle gambe, costringendolo su una sedia a rotelle. A nulla valgono i ripetuti interventi chirurgici ai quali si sottopone.

La vita dopo l’incidente. Chiunque, al suo posto, probabilmente si sarebbe perso d’animo. Clay, invece, non si arrende, anzi, si impegna per quelli ancora meno fortunati di lui. Regazzoni torna a correre su vetture con comandi al volante, arrivando a disputare anche gare massacranti, come la Parigi-Dakar a bordo dei mastodontici camion Tatra; pochi anni più tardi, dà vita alla Fisaps, la Federazione italiana sportiva automobilismo patentati speciali, per fare in modo che anche i piloti con disabilità siano ammessi alle gare automobilistiche, oltre al Club “Clay Regazzoni Onlus – Aiutiamo la Paraplegia”. Oggi ci resta il ricordo di un personaggio straordinario che, con il suo modo d’essere, ci ha insegnato ad amare la vita. D.R.