Arna il brutto anatroccolo dell’Alfa Romeo al Museo Cozzi

Testata: Motor Emotion

“Arna e sei subito alfista!” era questo lo slogan di presentazione di una delle vetture più discusse del panorama italiano, sicuramente dell’Alfa Romeo. La Arna nasce all’inizio degli anni ’80 con un accorda tra l’Alfa Romeo e la Nissan Auto. Da questo deriva il nome nato dalle iniziali dei due marchi. Il 40esimo anniversario della vettura economica della casa italiana è stato celebrato con un incontro dal titolo “Arna, l’Alfa con gli occhi a mandorla” al Museo Cozzi di Legnano, con varie testimonianze di questa complessa storia automobilistica.

La vettura era nata per tentare di risollevare le sorti dell’Alfa Romeo attraverso la produzione di un prodotto popolare. Alcune vetture furono destinate al mercato inglese, ma i difetti che erano tollerati dal mercato italiano decretarono ben presto la fine su quello inglese. La versione più spinta, la Arna Ti è stato il prodotto migliore della serie con in 4 cilindri boxer da 1,3 litri, vendute anche come Nissan Cherry Europe Ti che però montava i motori giapponesi. Con il propulsore più potente di 1.5 litri raggiungeva una velocità massima di 175 km/h e la versione TI fu interrotta a metà del 1986.

Elisabetta Cozzi, Yuko Noguchi, Mario Fontana, Axel Marx, Alessia Regazzoni, l’attore Davide da Fidel, Matteo Licata (autore di un libro sull’Arna) Giacomo Tansini, amico di Clay Regazzoni e William Jonathan organizzatore di raduni, sono alcuni dei personaggi intervenuti sull’argomento Arna con i loro racconti.

“Quando è stata presentata l’Arna ero una ragazzina – racconta Elisabetta Cozzi – mio padre era il presidente dei concessionari Alfa Romeo ed ho il ricordo di lui che tornò a casa a pranzo arrabbiato per quella macchina che non sopportava, non riusciva a capire come avessero potuto fare un simile prodotto, a suo giudizio invendibile! Mi racconto in seguito della presentazione ai concessionari e mio padre che consigliò di togliere lo stemma dell’Alfa dal cofano della vettura. Anche la comunicazione, con lo spot “Arna sei subito alfista!”, fu un vero disastro, un autogol per la qualità e la credibilità di quel marchio storico.

“Il progetto Arna fu molto complesso – come racconta Mario Fontana di Profumo di Alfa – venivano coinvolte fabbriche, maestranze, con relative questioni politiche e sindacali. Anche in Giappone non sapevano molto di questa operazione, decisa dai vertici senza avere interpellato i sindacati, allora molto potenti in estremo oriente”.

Yuko Noguchi ha raccontato la storia del sign. Oka, a cui toccò il lavoro di vendita della vettura in Europa, iniziando dall’Inghilterra “da buon Giapponese, molto preciso, si ritrova catapultato ad Arese, solo che nessuno sapeva del suo arrivo. Una operazione mantenuta nascosta, anche quando gli uomini dell’Alfa Romeo venivano in Giappone, le riunioni si svolgevano in gran segreto nelle sale di un albergo vicino a Tokyo invece che nella direzione Nissan. Oka era il responsabile per l’Europa della Nissan Cherry, da Bruxelles venne trasferito ad Arese. Giunto nella direzione dell’Alfa si ritrovò senza ufficio e nessun collaboratore. Fu solo grazie ad alcune segretarie di direzione la possibilità di avere almeno una scrivania per appoggiare qualche carta ed una sedia per sedersi per iniziare il suo lavoro in un angolo della fabbrica. Il problema era vendere la macchina che aveva un 20% di costo superiore rispetto alla versione giapponese. La macchina doveva essere venduta soprattutto in Inghilterra e Portogallo. Per il Sig. Oka fu una impresa molto difficile, praticamente impossibile, ma gli tornò utile per il futuro quando venne promosso ai vertici della azienda giapponese per le vendite della Nissan Micra”.

“Della Arna Ti venne prodotta una versione per il mercato svizzero chiamata Jubilè, ma era veramente brutta – sono le parole del collezionista Axel Marx – però con quella ti distingui. Tra i miei colleghi responsabili dell’Ospedale di Lugano è scatta la gara a chi aveva il suv più grosso e potente da mostrare. Durante il giorno il parcheggio sembrava un salone di auto, ed allora, per distinguermi d quella massa, ho iniziato ad andare al lavoro con la Arna Ti della mia collezione. Poi quando uscivo e la guardavo pensavo che non era proprio un esempio di design, ma alla guida tutto cambiava e la Arna Ti si dimostra ancora una piccola vettura agile nel traffico rispetto alle moderne auto, una Alfa Romeo da rivalutare a quattro decenni della sua nascita!”

La Arna Ti è stata anche la prima vettura dei corsi di guida per i portatori di handicap. “Mio padre è sempre stato un personaggio vulcanico – ricorda Alessia, figlia dell’indimenticabile campione Clay Regazzoni – si inventò dei corsi di guida sicura e sportiva all’Autodromo di Vallelunga e la Arna era la macchina utilizzata con tutti i servocomandi necessari all’ausilio della guida. Quei corsi ebbero un grande successo e mio padre fu molto felice di avere dato la possibilità di provare sensazioni di guida sportiva a tanti giovani relegati su una sedia a rotelle!”

Dell’Alfa Romeo Arna vennero prodotti poco più di 53.000 esemplari in quattro anni, quando ne erano stati previsti oltre 60.000 all’anno. L’Arna ha comunque rappresentato una avventura industriale ed il primo tentativo di collaborazione tra una casa europea ed una giapponese. Il tempo ha rivalutato quella vettura, sicuramente non bella, ma oggi ricercata da vari appassionati di vetture storiche e young timer.

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Il 17 marzo porte aperte alla nuova sede di “Aiutiamo la Paraplegia – Club Clat Regazzoni”

Testata: Lodinotizie

Domenica 17 marzo porte aperte per entrare nella nuova sede di “Aiutiamo la Paraplegia – Club Clay Regazzoni ODV”: si tratta di un’occasione speciale per la quale è stato organizzato un ricco programma

Un po’ di storia

Il Club Clay Regazzoni nasce il 2 luglio 1994 su iniziativa di Giacomo Tansini e del campione svizzero Clay Regazzoni proponendosi sin da subito un obbiettivo ben chiaro: raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla paraplegia o al supporto di persone che ne sono affette. Si tratta dell’unico club al mondo autorizzato a portare il nome del pilota.

Gli scopi statutari in questi anni sono stati ampiamente raggiunti: nel corso di tre decenni sono stati raccolti un milione e 100 mila euro: ne hanno beneficiato l’Unità spinale unipolare “Ospedale Niguarda” di Milano diretta dal dottor Michele Spinelli, l’Associazione Disabili Bergamaschi diretta dal dottor Giulio Molinero e la Casa dell’Accoglienza “Anna Guglielmi” diretta dalla dottoressa Anna Gasperini.

Tra le figure storiche del sodalizio lodigiano, oltre al fondatore Giacomo Tansini, ricordiamo don Luigi Avanti, l’attuale presidente: grazie al suo interessamento l’associazione ha potuto disporre nel 1996 di una sede fissa a Cadilana, frazione del comune di Corte Palasio dove vi è rimasta per ventisei anni allestendo un museo e organizzando una sempre partecipata mostra primaverile.

Dopo il trasferimento in città di don Avanti, il “Prete da corsa”, presso la parrocchia di San Bernardo, anche il Club si è spostato e gradualmente è stata allestita una nuova sede, concessa in comodato gratuito e ora pronta per essere inaugurata.

Un programma speciale per un nuovo capitolo storico

Domenica 17 marzo si terrà l’inaugurazione con un fitto ed organizzato programma: alle ore 11 don Luigi Avanti celebrerà la Santa Messa durante la quale saranno ricordati anche i volontari ed i sostenitori purtroppo venuti a mancare.

A seguire la cerimonia del taglio del nastro e benedizione, del museo e del magazzino cui assisterà anche un testimonial d’eccezione appartenente al mondo motoristico il cui nome è tenuto segreto dal Consiglio direttivo per suscitare tra chi parteciperà un effetto sorpresa.

Quindi, per chi si tratterrà, sarà possibile godere di un buffet, mentre per tutto il pomeriggio sarà possibile visitare l’esposizione, certamente l’unica allestita in un oratorio parrocchiale, dove si potranno ammirare oggetti molto particolari del mondo delle corse, anche della Formula 1.

I visitatori saranno accolti dal Consiglio direttivo: abbiamo già citato il presidente Don Luigi Avanti e il fondatore e presidente onorario Giacomo Tansini; sono affiancati da Gian Carlo Minardi, Giovanni Secchi, Francesca Codazzi, Alberto Maletti, Franco Germani, Marco De Santis, Melissa Lanzi, Simone Mussi e i fotografi ufficiali del club Marco Tortoli, e Franca Innocenti.

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Lodi: una nuova casa per il Club Clay Regazzoni

Testata: RMC Motori

Domenica 17 marzo porte aperte per entrare nella nuova sede di “Aiutiamo la Paraplegia – Club Clay Regazzoni ODV”: si tratta di un’occasione speciale per la quale è stato organizzato un ricco programma

Un po’ di storia

Il Club Clay Regazzoni nasce il 2 luglio 1994 su iniziativa di Giacomo Tansini e del campione svizzero Clay Regazzoni proponendosi sin da subito un obbiettivo ben chiaro: raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla paraplegia o al supporto di persone che ne sono affette. Si tratta dell’unico club al mondo autorizzato a portare il nome del pilota.

Gli scopi statutari in questi anni sono stati ampiamente raggiunti: nel corso di tre decenni sono stati raccolti un milione e 100 mila euro: ne hanno beneficiato l’Unità spinale unipolare “Ospedale Niguarda” di Milano diretta dal dottor Michele Spinelli, l’Associazione Disabili Bergamaschi diretta dal dottor Giulio Molinero e la Casa dell’Accoglienza “Anna Guglielmi” diretta dalla dottoressa Anna Gasperini.

Tra le figure storiche del sodalizio lodigiano, oltre al fondatore Giacomo Tansini, ricordiamo don Luigi Avanti, l’attuale presidente: grazie al suo interessamento l’associazione ha potuto disporre nel 1996 di una sede fissa a Cadilana, frazione del comune di Corte Palasio dove vi è rimasta per ventisei anni allestendo un museo e organizzando una sempre partecipata mostra primaverile.

Dopo il trasferimento in città di don Avanti, il “Prete da corsa”, presso la parrocchia di San Bernardo, anche il Club si è spostato e gradualmente è stata allestita una nuova sede, concessa in comodato gratuito e ora pronta per essere inaugurata.

Un programma speciale per un nuovo capitolo storico

Domenica 17 marzo si terrà l’inaugurazione con un fitto ed organizzato programma: alle ore 11 don Luigi Avanti celebrerà la Santa Messa durante la quale saranno ricordati anche i volontari ed i sostenitori purtroppo venuti a mancare.

A seguire la cerimonia del taglio del nastro e benedizione, del museo e del magazzino cui assisterà anche un testimonial d’eccezione appartenente al mondo motoristico il cui nome è tenuto segreto dal Consiglio direttivo per suscitare tra chi parteciperà un effetto sorpresa.

Quindi, per chi si tratterrà, sarà possibile godere di un buffet, mentre per tutto il pomeriggio sarà possibile visitare l’esposizione, certamente l’unica allestita in un oratorio parrocchiale, dove si potranno ammirare oggetti molto particolari del mondo delle corse, anche della Formula 1.

I visitatori saranno accolti dal Consiglio direttivo: abbiamo già citato il presidente Don Luigi Avanti e il fondatore e presidente onorario Giacomo Tansini; sono affiancati da Gian Carlo Minardi, Giovanni Secchi, Francesca Codazzi, Alberto Maletti, Franco Germani, Marco De Santis, Melissa Lanzi, Simone Mussi e i fotografi ufficiali del club Marco Tortoli, e Franca Innocenti.

 

Il Club Clay Regazzoni celebra i trent’anni di attività e super il milione di euro raccolti

Testata: Swisse Motor Sport

Thierry Boutsen, Andrea Montermini, Christian Pescatori, Thomas Biagi, per citare solo i piloti, ma aggiungiamo anche Giancarlo Minardi, la famiglia Regazzoni e Didier Debae, manager di esperienza nel mondo delle corse. E’ al loro cospetto e alla presenza di numerosi soci e altri ospiti, che si è celebrata la consueta serata del Club Clay Regazzoni per consegnare i fondi raccolti agli istituti ospedalieri che operano nell’ambito della paraplegia, per cercare di dare cura e supporto a coloro che si trovano a vivere questa condizione. Fu proprio Clay Regazzoni dopo il drammatico incidente di Long Beach nel 1980, con l’intento di fare qualcosa di concreto per aiutare chi si trovava nella sua situazione, a dare vita al club assieme all’amico Giacomo Tansini, poi supportato da Don Lugi Avanti; sempre sostenuti dalla famiglia Regazzoni alla scomparsa di Clay. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, le iniziative fatte per raccogliere fondi sono sempre più numerose e trovano grande accoglienza da parte dei sostenitori, pronti a fare una piccola donazione che porta poi ad un grande risultato. Infatti in 30 anni è stato raccolto e devoluto oltre un milione di Euro. Ogni anno a questo evento partecipano piloti e personaggi noti del mondo dei motori e in questa occasione “l’offerta” è stata particolarmente ricca.

Thierry Boutsen, che parla un italiano impeccabile, ha corso in F.1 con Arrows, Benetton, Williams, Ligier, Jordan, vincendo tre G.P.. Ha fatto proprie anche una 1000 Km di Monza nel 1983 con Bob Wollek, la 24 Ore di Daytona nel 1985 e la 1000 Km di Spa nell’86, sempre con varie Porsche 956 e 962. Tanti podi, tra cui due secondi posti nella 24 Ore di Le Mans, altre vittorie sempre in GT/Prototipi negli anni ’90 con auto diverse, anche se Porsche è stato il marchio preferito. Infine l’avventura con la Toyota, e l’episodio che ha posto fine alla sua carriera in pochi ricordano: l’incidente occorso durante la 24 Ore di Le Mans nel 1999, che ha rischiato di lasciarlo paraplegico. Solo dopo vari interventi e lunghi mesi di riabilitazione con il Professor Saillant si è rimesso in piedi. Ben volentieri ha accettato l’invito di essere testimone della serata “G.P. della Solidarietà”, alla memoria di Clay Regazzoni, di cui Boutsen era amico nonché vicino di casa nel Principato di Monaco. Oltre a lui, presente anche Andrea Montermini, a lungo in F.1 con Simtek, Pacific, Forti, ma anche collaudatore per Scuderia Italia, Benetton e soprattutto Ferrari, vice-campione F.3000 nel 1992, e secondo a Monaco F.3 alla sua prima corsa su quel tracciato, tre vittorie con la Ferrari 333SP nell’IMSA con il team Momo di Giampiero Moretti, diverse gare in F.Indy alla soglia del podio, e i titoli assoluti GT Open.

Christian Pescatori un test in F.1 lo ha fatto con Minardi, dopo aver vinto l’Italiano F.3 nel ’93, ma dopo il passaggio in F.3000 per arrivare in F.1 servivano troppi sponsor. Così è passato ai Prototipi e alle GT, dove ha ottenuto ben sette vittorie con la Ferrari 333SP e tanti podi, poi quella importantissima nelle 12 Ore di Sebring con l’Audi ufficiale, con la quale è giunto due volte 2° nella 24 Ore di Le Mans e altri successi con la Ferrari che gli hanno fatto conquistare il titolo Sports Racing World Cup nel 2000 e quello FIA GT nel 2001, correndo con team prestigiosi, su tutti BMS Scuderia Italia e JMB.

Thomas Biagi, dopo la trafila in F.3 e F.3000, ha raggiunto anche lui l’apice nella categoria GT, fregiandosi di due titoli nel 2003 con la Ferrari 550 della BMS Scuderia Italia e nel 2007 con il Team Vitaphone e la Maserati MC12, vivendo l’epopea racing di questa straordinaria vettura. Tanti altre corse e soddisfazioni in Superstars e GT, poi qualche sfizio di provare una F.1 se lo è tolto comunque: con la Midland a Jerez, ma prim’ancora con Minardi, Jordan e le rosse di Maranello nei Ferrari Days. Presente come sempre, anche Giancarlo Minardi, protagonista della storia della Formula Uno e promotore dei piloti italiani e di giovani talenti come Alonso, nella massima categoria.

Il prossimo appuntamento con il Club Clay Regazzoni è fissato per il 15 marzo, per l’apertura del nuovo Museo del Club a Lodi presso la sede dell’Oratorio San Bernardo, con tanti cimeli donati da piloti amici del Club. A seguire, ai primi di maggio, l’appuntamento con la Mostra di Auto Sportive e il G.P. Oratorio San Bernardo.

Per chi volesse associarsi, bastano solo 20 Euro per aderire a Club e fare del bene. Per info: www.clubclayregazzoni.it.

Il Club Clay Regazzoni celebra i trent’anni di attività

Testata: PitlaneItalia

Thierry Boutsen, Andrea Montermini, Christian Pescatori, Thomas Biagi, per citare solo i piloti, ma aggiungiamo anche Giancarlo Minardi, la famiglia Regazzoni e Didier Debae, manager di esperienza nel mondo delle corse. E’ al loro cospetto e alla presenza di numerosi soci e altri ospiti, che si è celebrata la consueta serata del Club Clay Regazzoni per consegnare i fondi raccolti agli istituti ospedalieri che operano nell’ambito della paraplegia, per cercare di dare cura e supporto a coloro che si trovano a vivere questa condizione. Fu proprio Clay Regazzoni dopo il drammatico incidente di Long Beach nel 1980, con l’intento di fare qualcosa di concreto per aiutare chi si trovava nella sua situazione, a dare vita al club assieme all’amico Giacomo Tansini, poi supportato da Don Lugi Avanti; sempre sostenuti dalla famiglia Regazzoni alla scomparsa di Clay. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, le iniziative fatte per raccogliere fondi sono sempre più numerose e trovano grande accoglienza da parte dei sostenitori, pronti a fare una piccola donazione che porta poi ad un grande risultato. Infatti in 30 anni è stato raccolto e devoluto oltre un milione di Euro. Ogni anno a questo evento partecipano piloti e personaggi noti del mondo dei motori e in questa occasione “l’offerta” è stata particolarmente ricca. Presente Thierry Boutsen (che parla un italiano impeccabile), che ha corso in F.1 con Arrows, Benetton, Williams, Ligier, Jordan, vincendo tre Gran Premi. Boutsen ha fatto proprie anche una 1000 Km di Monza nel 1983 con Bob Wollek, la 24 Ore di Daytona nel 1985 e la 1000 Km di Spa nell’86, sempre con varie Porsche 956 e 962. Tanti podi, tra cui due secondi posti nella 24 Ore di Le Mans, altre vittorie sempre in GT/Prototipi negli anni ’90 con auto diverse,  anche se Porsche è stato il marchio preferito. Infine l’avventura con la Toyota, e l’episodio che ha posto fine alla sua carriera in pochi ricordano: l’incidente occorso durante la 24 Ore di Le Mans nel 1999, che ha rischiato di lasciarlo paraplegico. Solo dopo vari interventi e lunghi mesi di riabilitazione con il Professor Saillant si è rimesso in piedi. Ben volentieri ha accettato l’invito di essere testimone della serata “G.P. della Solidarietà”, alla memoria di Clay Regazzoni, di cui Boutsen era amico nonché vicino di casa nel Principato di Monaco. Oltre a lui, presente anche Andrea Montermini, a lungo in F.1 con Simtek, Pacific, Forti, ma anche collaudatore per Scuderia Italia, Benetton e soprattutto Ferrari, vice-campione F.3000 nel 1992, e secondo a Monaco F.3 alla sua prima corsa su quel tracciato, tre vittorie con la Ferrari 333SP nell’IMSA con il team Momo di Giampiero Moretti, diverse gare in F.Indy alla soglia del podio, e i titoli assoluti GT Open. Christian Pescatori un test in F.1 lo ha fatto con Minardi, dopo aver vinto l’Italiano F.3 nel ’93, ma dopo il passaggio in F.3000 per arrivare in F.1 servivano troppi sponsor. Così è passato ai Prototipi e alle GT, dove ha ottenuto ben sette vittorie con la Ferrari 333SP e tanti podi, poi quella importantissima nelle 12 Ore di Sebring con l’Audi ufficiale, con la quale è giunto due volte 2° nella 24 Ore di Le Mans e altri successi con la Ferrari che gli hanno fatto conquistare il titolo SRWC nel 2000 e quello FIA-GT nel 2001, correndo con team prestigiosi, su tutti BMS Scuderia Italia e JMB. Thomas Biagi, dopo la trafila in F.3 e F.3000, ha raggiunto anche lui l’apice nella categoria GT, fregiandosi di due titoli nel 2003 con la Ferrari 550 della BMS Scuderia Italia e nel 2007 con il Team Vitaphone e la Maserati MC12, vivendo l’epopea di questa straordinaria vettura. Tanti altre corse e soddisfazioni in Superstars e GT, poi qualche sfizio di provare una F.1 se lo è tolto comunque: con la Midland a Jerez, ma prima ancora con Minardi, Jordan e le rosse di Maranello nei Ferrari Days. Presente come sempre anche Giancarlo Minardi, protagonista della storia della Formula Uno e promotore dei piloti italiani e di giovani talenti come Alonso nella massima categoria. Il prossimo appuntamento con il Club Clay Regazzoni è fissato per il 15 marzo, per l’apertura del nuovo Museo del Club a Lodi presso la sede dell’Oratorio San Bernardo, con tanti cimeli donati da piloti amici del club. A seguire, ai primi di maggio, l’appuntamento con la Mostra di auto sportive e il G.P. Oratorio San Bernardo. Per chi volesse associarsi, bastano solo 20 Euro per aderire al club. Per info: www.clubclayregazzoni.it.

 

 

Il pit-stop della solidarietà. Il Club Clay Regazzoni aiuta tre ospedali con le donazioni raccolte

Testata: Il Giorno (ed. Lodi)

Nella serata andata in scena a Comazzo distributi assegni per 40mila euro totali. Tra gli ospiti d’onore il pilota belga Boutsen, vincitore di tre Gran Premi.

Ha riscosso successo la trentesima edizione del “Gran Premio della solidarietà” andato in scena lo scorso 25 novembre al ristorante Bocchi di Comazzo e promosso, come da tradizione, dal “Club Clay Regazzoni – Aiutiamo la paraplegia”. L’appuntamento si è chiuso con uno stupendo arrivo in parata di piloti e personaggi legati al mondo della Formula 1, come sempre accolti dal Consiglio direttivo e dalla famiglia Regazzoni nell’occasione rappresentata dalla signora Mariapia (la vedova di Clay) e dalla figlia dell’ex campione svizzero Alessia. Gli ospiti d’onore della serata (la più importante dell’anno per il sodalizio creato a Corte Palasio) sono stati Thierry Boutsen, pilota automobilistico belga, vincitore in carriera di tre Gran Premi di Formula 1 partecipando a undici campionati della massima serie automobilistica e ritiratosi dalle corse, a seguito di un incidente nel 1999 (oggi dirige una compagnia aeronautica che porta il suo nome), Gian Carlo Minardi imprenditore, fondatore del team Minardi nonchè esponente del direttivo del “Club Clay Regazzoni” attualmente con il ruolo di consigliere, il piloti bolognese Thomas Biagi, il collega bresciano Christian Pescatori e Andrea Montermini pilota anche lui originario di Sassuolo. Ognuno di loro ha raccontato la propria storia sportiva personale: particolarmente toccante, a tal proposito, il vissuto di Thierry Boutsen uscito vivo dopo, appunto, il terribile incidente accaduto durante la 24 ore di Le mans. In quell’occasione ha rischiato di rimanere paraplegico e dopo vari interventi e lunghi mesi di riabilitazione si è rimesso in piedi. Così ha manifestato il proprio onore di essere testimone di “Aiutiamo la Paraplegia“; a lui è stato assegnato l’ambito riconoscimento del “Casco d’oro” coniato alla memoria di Clay Regazzoni; Thierry Boutsen era amico del pilota svizzero, oltre ad essere il suo idolo per le corse nonché suo vicino di casa. Tanti gli applausi rivolti a tutti i partecipanti tutti omaggiati di un portachiavi porta fortuna per ricordare il 30º anniversario del sodalizio lodigiano.

Come di consueto sono anche intervenuti i vari medici e direttori delle due unità spinali che il Club ha deciso quest’anno di aiutare grazie ai contributi raccolti durante l’annata: per l’ospedale Niguarda di Milano era presente il dottore Michele Spinelli, per la struttura di Mozzo (Bergamo) la dottoressa Silvia Galeri, per la casa di Accoglienza “Anna Guglielmi” di Imola la dottoressa Claudia Gasperini. Hanno ricevuto le donazioni per 40 mila euro suddivise in tre quote. La serata, che ha visto accendersi la luce verde alle 19 nella sala aperitivi, e concludersi con il taglio della torta del 30esimo anniversario è stata condotta e diretta dal fondatore Giacomo Tansini supportato da tutto il consiglio di cui fanno parte don Luigi Avanti, Gian Carlo Minardi, Franco Germani, Alberto Maletti, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, Marco De Santis, Simone Mussi, Melissa Lanzi. Il “Club Clay Regazzoni” raggruppa, fin dal 1993, appassionati di motori. A fondarlo furono Giacomo Tansini e lo stesso Ragazzoni. Da allora non ha mai smesso di raccogliere fondi a scopo benefico. Clay Regazzoni era nato a Mendrisio (Svizzera) il 5 settembre 1939. InFormula 1 tra il 1970 e il 1980, ebbe l’opportunità di guidare i bolidi delle scuderie Ferrari, Brm, Ensign, Shadow e Williams. Fu costretto sulla sedia a rotelle in seguito a un grave incidente a Long Beach, durante il Gran Premio degli Stati Uniti, il 30 marzo 1980. Regazzoni perse la vita il 15 dicembre 2006, all’età di 67 anni, a causa di un incidente stradale lungo l’Autostrada A1, sul ponte del fiume Taro, nei pressi dello svincolo per l’A15 Parma-La Spezia.

 

Tutti vincitori alla gara benefica per aiutare la paraplegia

Testata: Il Nuovo Torrazzo

Il Club Clay Regazzoni ha chiuso la stagione di eventi donando altri 40)mila euro alle realtà di cura, ricerca e assistenza

BRUNO TIBERI
E la corsa continua. È il titolo di uno dei libri di Clay Regazzoni che il club a lui dedicato, fondato e cresciuto sull’asse Paullo-Castelleone, ha preso come motto per rilanciare la propria attività a chiusura della trentesima stagione. Annata andata in archivio sabato 25 novembre con il tradizionale Gran Premio della Solidarietà, una cena di gala con grandi ospiti del mondo dei motori nel corso della quale abitualmente il Club Clay – Aiutiamo la paraplegia dona alla ricerca e all’assistenza il
ricavato dei numerosi eventi promossi nel corso dell’anno ormai al tramonto.

Apertura di serata alle ore 19. A fare gli onori di casa il presidente onorario e fondatore dell’associazione Giacomo Tansini insieme a tutto il consiglio direttivo guidato dal presidente don Luigi Avanti e composto da Gian Carlo Minardi, Franco Germani, Alberto Maletti, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, Marco De Santis, Simone Mussi, Melissa Lanzi. Insieme a loro la famiglia Regazzoni, con la moglie dell’indimenticato Clay, Mariapia, e la figlia Alessia. Ospiti d’onore della cena, alla quale hanno preso parte tantissimi soci del sodalizio, Thierry Boutsen, il dott. Gian Carlo Minardi, Thomas Biagi, Christian Pescatori, Andrea Montermini; ognuno di loro ha raccontato la propria storia sportiva personale. “Particolarmente toccante – evidenzia Tansini – il vissuto di Thierry Boutsen uscito vivo da un terribile incidente occorsogli durante la 24 ore di Le Mans. Ha rischiato la paraplegia ma dopo vari interventi e lunghi mesi di riabilitazione si è rimesso in piedi. Alla serata ha manifestato il proprio onore di essere testimone di ‘Aiutiamo la Paraplegia’; onore nostro, in realtà, nel consegnargli il Casco d’oro coniato alla memoria di Clay Regazzoni del quale, tra l’altro, Boutsen era amico, oltre che vicino di casa’: Per tutti un omaggio a ricordo del 30° anniversario del GP della Solidarietà.

La serata ha conosciuto anche l’atteso momento della consegna di quanto raccolto nel corso dell’anno dalla Onlus. 40mila euro che sono stati suddivisi tra le unità spinali degli ospedali Niguarda e Mozzo e la casa c’accoglienza Guglielmi di Montecatone. A rappresentare le tre strutture rispettivamente il dottor Spinelli e le dottoresse Galeri e Gasperini.

Intorno alle 24 la bandiera a scacchi a chiudere il GP. La solidarietà ha vinto un’altra volta. Il taglio della torta e tanti sorrisi il premio per tutti. Bravi

Personaggi della F1 al 30° GP della solidarietà

Testata: inPrimapagina

Il 30° GP della solidarietà si è chiuso sabato 25 novembre con uno stupendo arrivo in parata di piloti e personaggi legati al mondo della F1, come sempre accolti dal Consiglio direttivo e dalla famiglia Regazzoni nell’occasione rappresentata dalla signora Mariapia e dalla figlia Alessia.

Questi i nomi di spicco che hanno presenziato alla serata più importante dell’anno: Thierry Boutsen, il dott. Gian Carlo Minardi, Thomas Biagi, Christian Pescatori, Andrea Montermini; ognuno di loro ha raccontato la propria storia sportiva personale. Come di consueto sono anche intervenuti i vari medici e direttori delle due unità spinali, per Niguarda il dr. Michele Spinelli, per Mozzo la dr.ssa Silvia Galeri, per la casa di Accoglienza “Anna Guglielmi” di Imola la dr.ssa Claudia Gasperini, che hanno ricevuto le donazioni per 40 mila euro suddivisi in tre quote. La serata che ha visto accendersi la luce verde alle 19 nella sala aperitivi, e abbassare la bandiera a scacchi per il traguardo alle 24 con il taglio della torta del 30°: un “Gran Premio” della solidarietà magistralmente condotto e diretto dal fondatore Giacomo Tansini ma supportato da tutto il consiglio: don Luigi Avanti, Gian Carlo Minardi, Franco Germani, Alberto Maletti, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, Marco De Santis, Simone Mussi, Melissa Lanzi.

Un dono a Casa Guglielmi. Sostegno di 10mila euro

Testata: Il Resto del Carlino – Ed. Imola

Dal Club Regazzoni che contribuisce alla struttura di Montecatone da 13 anni

È di 10mila euro donati a Casa Guglielmi il ‘bilancio imolese’ del 30esimo Gran premio della solidarietà, organizzato dal Club Clay Regazzoni e dal Clay Regazzoni Honor Room, che si è tenuto sabato scorso a Comazzo (Lodi). Ospiti dei grandi nomi dell’automobilismo come Thierry Boutsen, Andrea Montermini, Thomas Biagi e Christian Pescatori, che insieme al consigliere del Club Regazzoni Gian Carlo Minardi (presidente di Formula Imola), e alla famiglia Regazzoni, hanno consegnatol’assegno alla Casa di accoglienza Anna Guglielmi, che da 13 anni il Club e la famiglia Regazzoni sostengono.

Una serata toccante all’insegna dello sport e della solidarietà. Il Club Regazzoni da ormai 30 anni raccoglie fondi a sostegno della ricerca e dell’assistenza a pazienti paraplegici e tetraplegici e alle loro famiglie. Insieme all’unità spinale del Niguarda e all’Associazione disabili bergamaschi, l’importante realtà filantropica sostiene la Casa di accoglienza Anna Guglielmi, che da oltre 30 anni ospita le famiglie dei pazienti ricoverati nell’adiacente ospedale riabilitativo di Montecatone e i pazienti che effettuano terapie in day hospital nella struttura. Dal 2012 a oggi, il Club ha donato ben 97.500 euro in favore di Casa Guglielmi, garantendo nel corso degli anni un sostegno importante alla cooperativa che vive grazie alle quote giornaliere corrisposte dalle famiglie ospitate e ai contributi di donatori privati, aziende ed enti filantropici del territorio e non solo. L’edizione 2023 del Gran premio della solidarietà,è stata caratterizzata da una nutrita griglia di partenza: a partire, naturalmente, da Maria Pia, e Alessia Regazzoni, rispettivamente moglie, figlia del pilota lombardo scomparso nel 2006. Durante la manifestazione, Claudia Gasperini, presidente della Casa di accoglienza Anna Guglielmi, ha ricevuto la donazione che, insieme ai contributi raccolti negli ultimi anni, è stata determinante per garantire i servizi offerti dalla cooperativa i questi anni segnati da difficoltà economiche che hanno colpito duramente le famiglie ospitate. “Tutto questo – ricordano da Casa Guglielmi – è stato possibile grazie alla volontà e alla tenacia dei dirigenti del Club Clay Regazzoni e alla famiglia che con passione, insieme a tutti i sostenitori, hanno confermato il loro sostegno anche per il prossimo anno”.

Il Gran premio della solidarietà compie 30 anni

Testata: Il Giorno – Ed. Milano

In memoria del pilota di Formula Uno Clay Regazzoni, il Club Clay Regazzoni elargisce fondi a strutture che aiutano i paraplegici. Quest’anno l’evento ha permesso di donare 40mila euro alle tre realtà che ne beneficiano. Ospiti famosi del mondo dei motori e un premio simbolico per un testimonial 2023.

E sono 30. È arrivato a compiere 30 anni il Gran premio della solidarietà, tradizionale evento novembrino col quale, in memoria dell’omonimo pilota di Formula Uno scomparso nel 2006 e dal 1980 costretto su una sedia a rotelle, il club Clay Regazzoni elargisce fondi agli ospedali e alle strutture che aiutano i paraplegici. Anche quest’anno l’iniziativa, con una cena nel fine settimana al ristorante Bocchi di Comazzo, ha permesso di donare i fondi raccolti dall’associazione, 40mila euro quelli del 2023, alle tre realtà che tradizionalmente ne beneficiano: l’unità spinale di Niguarda, la casa di accoglienza Anna Guglielmi di Imola e il centro riabilitativo di Mozzo, nella Bergamasca. Come da copione, oltre ai vertici del Club all’evento erano presenti i famigliari di Regazzoni: la moglie Mariapia e la figlia Alessia. A corredo, un ampio part-terre di ospiti, nomi e volti legati al mondo dei motori e della Formula Uno. Tra questi, i piloti Thomas Biagi, Christian Pescatori e Andrea Montermini, l’imprenditore Gian Carlo Minardi e l’ex pilota belga Thierry Boutsen, amico di Regazzoni. Proprio Boutsen è stato l’assegnatario del “Casco d’oro”, usuale premio in memoria di Clay: il pilota belga si è così aggiudicato, anche a livello simbolico, il ruolo di testimonial 2023 di Aiutiamo la paraplegia, il progetto promosso dal Club per il supporto alla ricerca scientifica e ai centri riabilitativi per i disabili. Soddisfazione per la buona riuscita del trentennale dell’evento è stata espressa dai vertici dell’associazione, a partire dal fondatore Giacomo Tansini, che è stato anche il conduttore della serata, in nome della profonda amicizia che lo legava a Clay.

Alessandra Zanardi